Aerosolterapia

L’aerosolterapia è parte integrante della terapia della Fibrosi Cistica per molti motivi:

1) il TOBI: la tobramicina tamponata per aerosol è oramai il cardine della terapia di mantenimento dei soggetti con FC e con infezione cronica (erroneamente definita colonizzazione) da Pseudomonas Aeruginosa. E’ però destinata, a breve, a essere sostituita dal TOBI polvere per inalazione, che utilizzerà un device simile al Turbuhaler o al Diskus;
2) la soluzione salina ipertonica: è il migliore fluidificante del muco attualmente esistente, per il suo richiamo di acqua nel lume bronchiale; può essere usata a concentrazioni variabili fra il 3,5 e il 7%, anche se, avvicinandoci a quest’ultima concentrazione, l’azione irritante sulle prime vie aeree si fa difficilmente tollerabile;
3) il Pulmozyme: con la sua azione di idrolisi del DNA batterico e neutrofilo, è il farmaco principe per la riduzione della viscosità del muco bronchiale in pazienti infetti, mentre non ha alcuna attività sul muco “sterile”;
4) broncodilatatori e steroidi topici: l’utilizzo dell’apparecchio per aerosol per veicolare questi farmaci è stato ormai sostituito dall’uso degli spray e degli inalatori di polvere secca, che hanno un rendimento nettamente più alto;
5) Denufosol: la prossima scoperta della ricerca FC, alla cui sintesi ho personalmente partecipato, andrà somministrata per via aerosolica, quantomeno inizialmente, per essere poi, presumibilmente, sostituita anche in questo caso dagli inalatori;
6) glutathione (attualmente farmaco orfano in Italia ed in attesa di approvazione di sperimentazione clinica multicentrica): la via di somministrazione è appunto aerosolica, utilizzato già da molti pazienti negli USA ;
7) terapia genica: il DNA compattato, rimasto ormai l’unico figlio della veicolazione del gene “corretto”, verrà somministrato per via aerosolica.
Vista la situazione, e visto l’ampio utilizzo dell’aerosol, sarà senza dubbio necessario dotarsi di un apparecchio efficiente, con un’ampolla in grado di erogare il farmaco attraverso un flusso che spiegheremo più avanti.
Innanzitutto, buttate via tutte le ampolle di vetro delle quali siate ancora eventualmente provvisti: sono lente, inutili, e nulla arriva sotto la 12^ generazione bronchiale. Teniamo presente che, nel caso di un apparecchio aerosolico di buona qualità, con un paziente collaborante e un pattern respiratorio corretto (respiri a 3/4 della massima inspirazione) la percentuale di deposizione di farmaco a livello bronchiale non supera il 20%; è quindi necessario ottimizzare le procedure per ottenere un effetto clinico significativo.
I cardini di una terapia aerosolica corretta sono:
1) Un apparecchio che abbia le seguenti caratteristiche: flusso medio 8-10 l/min; AMMD (diametro medio aerodinamico di massa) non superiore a 3 micron; sistema di esclusione del flusso durante l’espirazione (tipo ampolla Pari LL);
2) Igiene dell’apparecchio accurata: lavaggio (e asciugatura) accurato del tubo di raccordo;
3) Revisione del compressore ogni 100 ore di utilizzo (1200 somministrazioni o un anno di utilizzo).