Spirometria

La spirometria (test di funzionalità respiratoria) nella pratica clinica consente:1) l’inquadramento di una patologia respiratoria attraverso la discriminazione tra soggetto normale e soggetto con sindrome disventilatoria (ostruttiva e/o restrittiva);

2) la valutazione del grado di compromissione funzionale; una migliore valutazione diagnostica e terapeutica. In campo epidemiologico e nella ricerca clinica essa consente:

a) il chiarimento di aspetti fisiopatologici ed evolutivi di malattie d’interesse respiratorio;
b) il confronto e la valutazione dell’efficacia di protocolli terapeutici;
c) la misurazione della risposta bronchiale a stimoli eterogenei.

In età pediatrica, e soprattutto in età prescolare (2-5 anni), si possono avere notevoli difficoltà pratiche. Per ridurre al minimo questo inconveniente, prima di eseguire l’esame spirometrico è necessario che tra piccolo paziente e operatore si instauri un clima sereno e di fiducia.

La descrizione dettagliata delle modalità di esecuzione del test di funzionalità respiratorià è molto importante così come la sua dimostrazione pratica; così facendo, il bambino viene incoraggiato durante le prove e la loro esecuzione può avvenire con estrema tranquillità da parte del bambino e restituire al medico una maggiore attendibilità.
Alcuni software per prove di funzionalità respiratoria comprendono programmi di incentivazione che contribuiscono a migliorare l’adesione dei bambini più piccoli ai test.

In età pediatrica è preferibile che vi sia la presenza di personale esperto in test di funzionalità respiratoria nei bambini e per la loro corretta esecuzione è necessaria l’applicazione di alcuni criteri che contribuiscono a rendere i risultati più attendibili e confrontabili fra loro.
Questi criteri comprendono le condizioni del paziente, il contesto ambientale ed il corretto uso della strumentazione.
Il paziente al momento dell’esecuzione del test dovrebbe essere, se possibile, esente da riacutizzazioni da almeno 15 giorni, a riposo da almeno 15 minuti, non essere stato esposto a fumo passivo da almeno un’ora e le prove non dovrebbero essere mai eseguite subito dopo i pasti.

Come si esegue la spirometria
Si esegue facendo compiere al soggetto da esaminare una o più espirazioni forzate in un boccaglio collegato ad un apparecchio (spirometro) che misura (esempio di referto – clicca sulla figura a lato):a) la velocità di espirazione dell’aria (flusso, espresso in litri/secondo);
b) il volume totale dell’aria espirata (espresso in litri);
c) il tempo totale in cui l’aria viene espirata (espresso in secondi).Con questi valori, l’apparecchio costruisce due curve: volume/tempo e flusso/volume.

Il picco di flusso (PEF) viene raggiunto rapidamente dopo l’espirazione ed esprime il punto di massima velocità dell’espirazione, espressa in litri/secondo. Questo valore corrisponde al punto più alto della curva flusso/volume e dipende dalla pervietà delle vie aeree e dal grado di collaborazione del soggetto.
Il volume di aria espirato nel primo secondo si definisce FEV1, ed è visibile solo nella curva volume/tempo.
Continuando l’espirazione, il flusso diminuisce progressivamente, fino ad azzerarsi quando tutta l’aria espirabile dai polmoni è stata espirata.
Il volume totale di aria che si riesce a mobilizzare con un’espirazione forzata si definisce FVC (Forced Vital Capacity, capacità vitale forzata).

Altri due importanti parametri estrapolati dallo spirometro sono la MEF50 e il FEF25-75.

Il primo definisce il flusso espiratorio al 50% della capacità vitale, il secondo il flusso medio fra il 25 e il 75% della capacità vitale; entrambi i parametri sono espressi in litri/secondo.
La forma della curva flusso/volume varierà in rapporto al tipo di sindrome respiratoria, ostruttiva, restrittiva o mista.